Amazon Prime video ha messo in catalogo recentemente “Il re di Staten Island”, un film che mi ha davvero colpito. Il protagonista è Scott, un giovane che passa la propria vita a perdere tempo con gli amici e a fumare erba. Tra le sue frequentazioni c’è Kelsey con la quale intrattiene “incontri sessuali”. Con quest’ultima Scott non vuole prendere impegni e alla ragazza dispiace tanto la cosa. Scott è fondamentalmente un immaturo e anche un sociopatico. Ha una passione per i tatuaggi e difficoltà relazionali. Ha perso il padre in giovane età, padre che faceva il pompiere. Sua sorella Claire lascia la casa materna per l’università e il ragazzo resta solo con la madre Margie. Quest’ultima inizia ad uscire con Ray, anche lui pompiere. Questa relazione da fastidio al ragazzo che fa di tutto per farla terminare. Un giorno Ray e Scott litigano in modo violento e Margie caccia entrambi di casa. Sarà proprio Ray ad accogliere Scott nella caserma dei pompieri dato che Kelsey non ha voglia di vederlo e i suoi amici sono in prigione per un colpo andato a male. Tra Ray e Scott, dopo un po’ di tempo, si sviluppa un bellissimo rapporto e il ragazzo trova in Ray una figura paterna che da tempo gli mancava. Scott, poi, decide pure di “impegnarsi” con Kelsey.

Insomma una storia travagliata messa in campo da attori davvero in gamba: Scott è impersonato da Pete Davidson, comico ed attore che fa parte del Saturday Night Live. Kelsey è impersonata da Bel Powley, un’attrice in ascesa nel panorama filmico contemporaneo: “The Diary of a Teenage Girl”, “Carrie Pilby” e “Cocaine – La vera storia di White Boy Rick” sono tra i titoli dove si può ammirare il suo sconfinato talento. Marisa Tomei impersona la madre di Scott e certo non ha bisogno di presentazioni. Per finire Ray è interpretato da Bill Burr che offre una prova niente male.

Un film, quindi, sulle difficoltà relazionali, un film sull’elaborazione del lutto come anche un film che parla di una maturazione di un individuo, di un teenager. Inoltre, e come non dirlo, Staten Island(uno dei cinque distretti di New York) è presentato da Scott e dai suoi amici come una sorta di luogo di periferia di New York, un “luogo senza futuro”, un luogo dove chi vi cresce non ha speranze per il suo avvenire. Quindi “Il re di Staten Island” è anche una storia di personaggi in cerca di riscatto sociale e non solo, un riscatto affettivo ed emozionale di cui si fa protagonista Scott. Quest’ultimo, inconsapevolmente, cerca di migliorare la sua vita, tra l’altro, costituita da diverse tribolazioni…